Riflessioni filosofico – pratiche per raccontare l’avvio del progetto Attacca Bottone
Che cosa è un abito?
Un manufatto che ci copre dal freddo e dal sole. Ma anche che ci rende più belli e belle.
Ci copre dalla nudità, nasconde i nostri corpi dallo sguardo altrui. E contemporaneamente ci mette in vista, attira lo sguardo altrui su di noi.
Nel libro della Genesi si legge che ad Adamo ed Eva, dopo aver mangiato del frutto che Dio aveva detto loro di non mangiare, “si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture” (Genesi 3, 7).
L’abito – e non un utensile, un’arma, o un gioco – è il primo manufatto della storia, il primo atto di manipolazione del mondo da parte dell’essere umano, come sottolinea il filosofo Emanuele Coccia.
Cosa è allora un abito?
È un oggetto caratterizzato da attributi opposti: definisce la condizione di visibilità dei nostri corpi, nel momento stesso in cui li nega alla vista altrui. È qualcosa che portiamo, indossiamo, perché un abito ha bisogno di un corpo per assumer vita ed essere ammirato, ma così facendo conferisce a noi bellezza ed è quindi lui a portarci, ci permette di arrivare là dove, da soli, nudi, non potremmo arrivare.
Ecco, dunque, due caratteristiche che possiamo riconosce agli abiti.
Sono oggetti soglia: non si situano nello spazio, ma nell’intersezione che separa l’essere umano dal mondo che lo circonda, abitano l’intervallo che separa e unisce la coscienza e la realtà oggettiva.
Sono oggetti metamorfici: sono dei trasmettitori di proprietà che il soggetto e il corpo non sono in grado di ottenere autonomamente. Abbiamo bisogno degli abiti per trasformarci (pensate alla cravatta, all’abito da cerimonia, alle divise o alle maschere..). La personalità passa da una dimensione soggettiva, privata, a un riconoscimento oggettivo, pubblico.
Due, in realtà, sono le tipologie di abiti raccontati nella Genesi. Infatti, pochi versetti dopo si legge: Allora “Dio, il Signore, fece per l’uomo e la sua donna tuniche di pelle e li vestì”. (Genesi 3, 21)
Oltre a notare ironicamente che nella Genesi è già presente l’idea di collezione primavera/estate e autunno/inverno, Emanuele Coccia si sofferma sul materiale utilizzato: piante e animali. Per vestirci, così come per nutrirci abbiamo bisogno della vita altrui. La vita, per noi esseri animali è sempre “vita degli altri” (cibo e vestito). Solo le piante, creature celesti, grazie all’energia soleare, non hanno bisogno di vite altrui per vivere, anzi, donano vita.
Da qualche tempo a questa parte, tuttavia, per gli abiti come per tanti altri oggetti, spopola il materiale sintetico. Che a ben vedere altro non è che petrolio, ossia materia organica fossile, materia che un tempo fu vita. Ancora una volta ci vestiamo di vita morta altrui.
Destinata a diventare un rifiuto, sempre più in fretta.
Se un tempo infatti, il materiale di origine vegetale o animale, garantiva una lunga vita agli abiti, oggi con i materiali sintetici non è più così. Compriamo sempre più vestiti che durano sempre di meno.
Ecco alcuni dati.
La quantità di materiali tessili consumata pro capite è globalmente è cresciuta da 9 kg nel 2000 a 14 kg nel 2020. E ci si aspetta superi i 17 kg nel prossimo decennio. Questo aumento di consumo del materiale tessile significa aumento di consumo di acqua e materie prime. Da un punto di vista del consumo privato dei singoli nuclei famigliari dell’UE, infatti, il settore tessile (vestiti, calzature e biancheria domestica) occupa la quarta posizione, per quanto riguarda il consumo di materie prime e acqua dopo il settore alimentare, consumi domestici, e i trasporti.
E a fronte di questo aumento del consumo si stima che meno dell’1 % di tutti i prodotti tessili nel mondo siano riciclati in nuovi prodotti.
Attacca Bottone
Consapevoli dunque che un abito ha contemporaneamente una funzione pratica e una funzione estetica e che ha un peso materico che va gestito, tanto nella sua origine quanto nella sua fine, il progetto Attacca Bottone intende proporsi come un percorso culturale in grado di tenere assieme la complessità dei temi legati alla moda e sostenibilità con la creatività, attraverso 5 laboratori. Quattro pratico creativi – Cucito creativo a cura di Sassi, Tintura naturale a cura di Emina Batik, Serigrafia a cura di Volcanic DreaM e Telaio a cura di Lavgon – e uno di narrazione, il laboratorio di Podcast curato da Mercato Circolare.
Alcuni scatti della presentazione del progetto a Piossasco
Promosso dall’Associazione Alvà e da 5Pani Emporio Solidale Piossasco, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, il progetto Attacca Bottone si propone di ripartire dall’abito come oggetto in grado di spostare l’esperienza etica ed estetica in quella quotidiana quotidiana che ciascuno e ciascuna di noi ha con sé stesso, con gli altri e con il mondo.
Per info su programma e modalità di iscrizione associazionealvapiossasco@gmail.com