Il 31 luglio si è concluso il progetto Reusable Packaging Revolution. Una sperimentazione durata quattro mesi che ha permesso di testare a Torino due strategie diverse e complementari per ridurre l’utilizzo di packaging monouso, in particolare quello in plastica, favorendo soluzioni riutilizzabili per l’acquisto di prodotti da banco al supermercato e al mercato. In un caso si è trattato di contenitori per alimenti presi a noleggio direttamente nel punto vendita, soluzione definita come “Prodotto come Servizio”, nell’altro caso di contenitori propri portati da casa.
Il progetto Reusable Packaging Revolution, Proof of Concept, finanziato da Eit Food è stato presentato da Mercato Circolare, Università di Torino e Aarhus University, in collaborazione con Around e Crai.
Le sperimentazioni
La sperimentazione con i contenitori riutilizzabili Around si è svolta da aprile a luglio nel supermercato CRAI Extra di Corso Moncalieri. Per accedere al servizio ed utilizzare i contenitori riutilizzabili, disponibili al banco gastronomia e macelleria, i clienti dovevano scaricare gratuitamente la app Around e, una volta in cassa, mostrare il Qr Code al personale del punto vendita, permettendo così un tracciamento dei contenitori in entrata ed in uscita. Entro i 7 giorni successivi, la riconsegna presso lo stesso punto vendita e la sanificazione a carico dell’esercente permettevano la rimessa in circolo del contenitore. Solo nel caso di mancata restituzione entro i termini previsti, veniva addebitata tramite app una cauzione di 10 euro.
Nel corso del mese di aprile sono state individuate e formate le persone interessate a partecipare alla sperimentazione con i contenitori portati da casa, che si è svolta da maggio a luglio coinvolgendo i punti vendita CRAI di via Nizza 377 e via Gioberti 58, alcuni banchi del mercato e due gastronomie del quartiere Crocetta. In questo caso ai partecipanti e alle partecipanti della sperimentazione era richiesto di portare da casa il proprio contenitore (adatto per uso alimentare, lavabile in lavastoviglie e pulito) e mostrare in cassa un Qr Code per permettere il tracciamento delle transazioni. Al personale di vendita il compito di verificare l’idoneità del contenitore e, nel caso non lo ritenesse idoneo, la possibilità di rifiutarlo, indicandolo in uno specifico registro delle non conformità.
Prendendo spunto dalla sperimentazione Spesa Sballata, attiva nel territorio di Varese, sono stati redatti alcuni documenti, validati dall’Asl di Torino, in cui sono state indicate le prassi igienico-sanitarie da seguire nel caso di contenitori riutilizzabili Around e di quelli portati da casa. In quest’ultimo caso è stato condiviso un patto di corresponsabilità tra esercente e persone aderenti alla sperimentazione in cui di fatto si decretava una responsabilità condivisa tra le parti.
Le sperimentazioni sono state supportate da due diverse campagne comunicative, con l’obiettivo di diffondere nelle persone la consapevolezza rispetto all’utilizzo di contenitori riutilizzabili rispetto a quelli monouso: alcuni di personaggi iconici sono stati scelti per fare da “testimonial” alla pratica del “ricontenere”, mentre la fotografa Chiara Agostinetto, ha realizzato in studio una serie di fotografie surreali che, oltre a lanciare la campagna sui social, sono state esposte durante la festa finale.
Quest’ultima si è svolta il 23 luglio presso la Scuola di Management ed Economia dell’Università di Torino. Un momento di restituzione dei primi risultati di progetto, ma anche di festa e di coinvolgimento attivo delle istituzioni, dei partner di progetto, delle persone aderenti alla sperimentazione e della cittadinanza tutta. Durante l’evento, a cui hanno partecipato una cinquantina di persone, si sono susseguiti diversi interventi, tra cui, oltre a Mercato Circolare ed Around, quelli di Laura Ribotta e Antonio Vita del Comune di Torino, di Tiziana Pia della Regione Piemonte e di Silvia Colombo, referente del progetto Spesa Sballata di Varese, creando così un momento di riflessione condivisa.
Primi risultati e prospettive future
I numeri di questa prima fase sono contenuti ma, più che i numeri, la sperimentazione ha permesso di evidenziare quelli che sono i punti chiave su cui è necessario intervenire per permettere di diffondere maggiormente queste due strategie, ma procediamo con ordine.
Sono 11 le persone che hanno aderito al servizio Around, registrando 5 utilizzi in media per utente per un totale di 62 transizioni; 50 persone hanno aderito alla sperimentazione dei contenitori portati da casa, di queste circa 15 hanno avuto modo di sperimentare gli acquisti con i propri contenitori, arrivando a 83 transizioni in totale e, soprattutto, 0 non conformità rilevate (nessun contenitore è stato rifiutato perché considerato non idoneo) che era l’obiettivo dichiarato della sperimentazione.
Numerose, invece le indicazioni emerse dalla sperimentazione su cui è necessario lavorare in futuro:
- fare in modo che la responsabilità igienico sanitaria non ricada sull’esercente;
- alleggerire il processo a carico dell’utente che desidera noleggiare un contenitore riutilizzabile presente nel punto vendita, facilitando anche la logistica di riconsegna del contenitore stesso;
- alleggerire le prassi in carico al punto vendita, da un lato affidando il servizio di pulizia e logistica dei contenitori a soggetti terzi, dall’altro snellendo le pratiche connesse alla presa in carico dei contenitori portati da casa (es. utilizzo di guanti diversi da quelli normalmente utilizzati, per la manipolazione di contenitori esterni), pur garantendo ovviamente le norme igienico sanitarie necessarie.
Per molti di questi aspetti e per far in modo che queste esperienze non rimangano solo delle “buone pratiche”, ma diventino prassi diffuse, è necessaria la collaborazione tra soggetti diversi: gdo, commercio di prossimità, istituzioni e imprese, che devono cooperare insieme con l’obiettivo comune di delineare processi facilitati per l’attualizzazione e la diffusione di strategie di riutilizzo dei contenitori.
Quadro normativo
In Italia la spesa con contenitori riutilizzabili di proprietà e igienizzati dagli acquirenti è ammessa dalla legge 12/12/2019 n. 141, del 12 dicembre 2019, il cosiddetto Decreto Clima.
L’art. 7 comma 1-bis. dispone: «Ai clienti è consentito utilizzare contenitori propri purché riutilizzabili, puliti e idonei per uso alimentare» unitamente ad una disposizione “di salvaguardia” per garantire che la pratica si svolga in sicurezza: «L’esercente può rifiutare l’uso di contenitori che ritenga igienicamente non idonei».
Tuttavia, anche se questa pratica è permessa dalla legge, non è al momento così diffusa, da un lato perché poco conosciuta, dall’altro perché gli esercenti, anche quando ne entrano a conoscenza, spesso non si fidano ad applicarla poiché, ad oggi, la responsabilità per l’igiene degli alimenti veicolati in contenitori riutilizzabili portati da casa, ricade esclusivamente su di loro.
Quello della responsabilità che ricade sull’esercente è sicuramente uno dei punti su cui servirà agire in futuro, in stretta collaborazione con le Asl locali, per individuare la migliore strada possibile da percorrere. Un primo segno di svolta in questo senso potrebbe arrivare dalla Proposta del Regolamento Imballaggi, approvata in Parlamento Europeo il 24 aprile 2024, ora in attesa del voto della Commissione per poter entrare in vigore. Nell’articolo 28 , infatti, si legge che “Gli operatori economici non si assumono alcuna responsabilità per i problemi di igiene o di sicurezza alimentare che possono derivare dall’uso di contenitori forniti dall’utilizzatore finale”.